Castello (Rocca) e Torre

Le prime notizie riferibili a questa rocca risalgono al 1481, anche se non è possibile datare l'origine con certezza. Il palatium, corpo principale, fu concepito come edificio fortificato e residenza signorile
Indirizzo Via Torre, 42014 Castellarano RE, Italia
Punti di contatto
Cap 42014
Modalità di accesso

Come raggiungere Castellarano

Auto

  • Da Nord Prendere l'autostrada del Brennero A22, seguire la direzione Brennero - Modena, in prossimità di Modena continuare sull'autostrada del Sole A1, uscire a Modena Nord, imboccare la Tangenziale Sud direzione Sassuolo/Maranello/Abetone, continuare in direzione Formigine/Maranello/Abetone, proseguire in direzione Sassuolo prendendo la SP 467, continuare sulla SP 486 e proseguire per Veggia-Villalunga, Castellarano.
  • Da Sud Percorrere l'autostrada A11, seguire la direzione Firenze, in prossimità di Prato continuare sull'autostrada del Sole A1 direzione Bologna, uscire a Modena Nord, imboccare la Tangenziale Sud direzione Sassuolo/Maranello/Abetone, continuare in direzione Formigine/Maranello/Abetone, proseguire in direzione Sassuolo prendendo la SP 467, continuare sulla SP 486 e proseguire per Veggia-Villalunga, Castellarano.
  • Da Reggio Emilia Percorrere la SP 486 fino a Castellarano.
  • Da Bologna Da Borgo Panigale percorrere la SS 9 "Via Emilia" in direzione Modena, proseguire per Castelfranco Emilia, Modena, prendere la SP 486 in direzione Sassuolo, Veggia-Villalunga, Castellarano.
  • Da Modena Imboccare la Strada Provinciale Modena-Sassuolo direzione Formigine/Maranello/Abetone, proseguire in direzione Sassuolo prendendo la SP 467, continuare sulla SP 486 fino a Castellarano.

Treno/Bus
In treno
Il comune di Castellarano non ha una propria stazione ferroviaria. Dalla stazione Centrale di Reggio Emilia (servita dalla linea Milano - Bologna e distante 27 km circa da Castellarano) prendere la linea locale FER Reggio Emilia - Sassuolo (gestita dall'azienda TPER) fino alla stazione di Sassuolo (distante 7,5 km circa da Castellarano) oppure scendere alla fermata di Veggia (distante 6,5 km circa da Castellarano).
Proseguire in autobus (autolinee SETA).
Per consultare gli orari dei treni visitare il sito web delle Ferrovie dello Stato e il sito web delle Ferrovie Emilia Romagna.

In autobus
Autolinee SETA: E' la principale azienda che gestisce il trasporto pubblico urbano ed extraurbano a Reggio Emilia e provincia.
Per conoscere le linee e gli orari visitare il sito web www.setaweb.it

Aereo

  • Aeroporto di Parma (a 60 km circa)
  • Aeroporto di Bologna (a 58 km circa)
  • Aeroporto di Verona (a 112 km circa)

Le prime notizie riferibili a questa rocca risalgono al 1481, anche se non è possibile datare l’origine con certezza. Il palatium, corpo principale, fu concepito come edificio fortificato e residenza signorile; collegato attraverso una passerella il mastio è la torre principale che controlla il resto del castello: provvisto di accesso autonomo sopraelevato aveva riserve di acqua e viveri. Il fossato di protezione era un ampio canale superabile attraverso un ponticello. Ancora visibili negli spessi muri le feritoie da cui i difensori scagliavano frecce o colpi di balestra.

L’ultimo feudatario della linea degli Este San Martino, Marchese Carlo Filiberto II, intraprese nel 1741 lavori di trasformazione della rocca in palazzo signorile per gli ozi estivi della famiglia, con giardini, fontane, un teatro e una cappella. Per portare alla rocca l’acqua necessaria alle fontane fece costruire un acquedotto su 13 archi nella parte posteriore del paese.

Da ricordare due ospiti illustri del castello: la Grancontessa Matilde di Canossa, che tenne un placito nel 1106 presso la Chiesa di Santa Maria, e Federico Barbarossa, imperatore del Sacro Romano Impero, che per più giorni vi soggiornò nel marzo del 1185. >

Il 20 luglio 1944 fu incendiato durante una rappresaglia tedesca e ridotto a rudere; fu poi ristrutturato negli anni ’70 dalla famiglia Casali, attuale proprietaria.

 

Approfondimento

Castellarano, come dimostrano i numerosi riscontri archeologici e storici, già durante il periodo Longobardo era un importante centro, anche giurisdizionale, accanto alla Pieve di Santa Maria (nella quale sono evidenti caratteri costruttivo/decorativi bizantini e longobardi), a fianco della Torre (sicuramente longobarda e citata come sede di emissione di un suo atto da Rascau Scavino nell’898), presente anche un edificio, forse importante e destinato ad ospitare i maggiorenti della comunità longobarda.

Nel luogo in cui si trova la rocca attuale, Matilde di Canossa (1046-1115) aveva certamente un’abitazione in cui alloggiava quando era di passaggio in questo feudo che era stato affidato al primo vassallo di Castellarano, il miles Raniero poi nominato conte.

La Rocca aveva certamente una funzione militare che si deduce dal fossato di difesa, verso l’Aia del mandorlo, e dalla Torre che controllava e dominava il territorio, collegata al palazzo da una passerella.

La torre in sasso ha gli angoli rinforzati da conci di pietra bianca, il tipo di pietra canusiana usata nelle costruzioni di epoca matildica.

Da ricordare, per inciso, come in un viaggio fra Carpineti e Bologna, l’Imperatore Federico I Barbarossa, si sia trattenuto nella Rocca dal 5 al 16 marzo del 1185; ciò è indiretta testimonianza che la Rocca Matildica era adatta ad alloggiare un sovrano ed il suo seguito per oltre dieci giorni e, pertanto, certamente non solo un grezzo presidio militare.

Nei secoli la Rocca fu occupata e perduta dai vari Signori che si disputavano il feudo di Castellarano: i Da Roteglia, gli Este, gli Strozzi, infine gli Este-San Martino. L’ultimo feudatario, il marchese Carlo Filiberto II d’Este, trasformò la Rocca in un palazzo signorile e il fossato venne trasformato in giardino con fontane.

Con l’avvento dei Francesi e della Repubblica Cispadana, i feudi vennero soppressi, la Rocca fu spogliata di tutti gli arredi di valore e venduta a privati.

Il 20 Luglio 1944 fu colpita da cannonate, come gran parte del centro storico, dai tedeschi per rappresaglia e ridotta a un rudere. Solo nel 1974 i proprietari la fecero ricostruire, rispettando le indicazioni della Soprintendenza per i Beni Culturali che fece liberare i merli tamponati e la rocca assunse l’aspetto odierno.

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