Epoca etrusca e romana
Testimonianze molto consistenti di una duratura presenza etrusca, sono state rinvenute nel Centro Storico di Castellarano, sopra i resti terramaricoli
Ultima modifica 31 maggio 2024
Si tratta di muri di ciottoli a secco orientati secondo i punti cardinali, pezzi di vasi e il piede di una ciotola col possessivo etrusco Venarnès graffito sul fondo. L’insediamento faceva parte del sistema strategico-commerciale Etrusco di penetrazione dalla toscana verso la pianura Padana. Ancora più importi i resti della presenza Romana, che attestano una presenza in loco fin dall’epoca repubblicana (183-27 A.C.) soprattutto a Castellarano e Campiano. Importanti ritrovamento ad opera della Società Reggiana di Archeologia, si sono avuti a Gambarata di Sotto: una domus rustica di età Imperiale (Augusteo-Tiberiana), e a Castellarano, in un’area di nuova edificazione, un Matellio cioè un manufatto costituito da un orcio globulare incastrato al centro di un piccolo pavimento ad opus spicatum, che a sua volta conteneva un vaso mobile troncoconico.
Tale manufatto serviva per la raccolta delle urine utilizzate poi come sbiancante e fissativo sia nella concia delle pelli che nella tessitura. Molti altri elementi romani sono stati trovati su tutto il territorio Castellaranese che, come dimostrano numerosi toponimi, era area di colonizzazione romana con la presenza di Fundi e Villae. Da questi derivano i toponimi Campiano da Campilianus fundus cioè (Fondo di proprietà di Campilio), Lorano da Loranus fundus, Nirani da Nirani ager (Campo della famiglia Niri), Tressano nella più corretta dizione dialettale di Terzano, a Tertianus fundus (fondo di Terzo) e Roteglia da una Possessio Rutiliana ovvero proprietà della famiglia Rutilia (anche se alcuni ipotizzano la derivazione dal tardo latino Ervilia che significherebbe piselli o fave!).
Il territorio era perciò organizzato per lo sfruttamento agricolo; la provincia tra Reggio e Modena era allora conosciuta per la produzione di uva Prusinia, mentre Plinio e Columella segnalano la locale produzione di oggetti di creta. Anche la costruzione del Canale di Reggio pare sia da attribuirsi all’evo Romano. La colonizzazione Romana si sovrappone però alle popolazioni qui residenti, i Galli Boi e i Liguri che hanno lasciato segni della loro presenza nei nomi Valbercia dove Bercia è un termine celtico che indica una slitta a forma di culla per trasportare il fieno, Lucenta forse dal Dio celtico Lucentius o dal ligure lucus cioè bosco sacro. Quando i Romani si insediarono nella valle Padana, costrinsero liguri e galli nella poco fertile area appenninica, da qui le frequenti razzie da parte dei liguri ai danni della pianura e i duri scontri con le milizie romane. Castellarano, per la sua posizione strategica a guardia dell’imbocco della valle del Secchia costituì, nei secoli antichi, il luogo ideale per il presidio di tale porta naturale e, probabilmente, fu anche un presidio Romano a difesa della valle. Il nome Castellarano, infatti, è anch’esso di probabile origine latina e verrebbe da Castrum Arii o Darii cioè Castello, terra fortificata di Ario o Dario; alcuni però lo farebbero derivare da Castrum olerianum (castello degli ulivi) o da Castrum Arianum (Castello degli Ariani) in riferimento a una possibile colonia di Longobardi Ariani qui stanziatasi in epoca post-romana.