Personaggi illustri
I personaggi illustri che hanno dato importanza internazionale a Castellarano
Ultima modifica 31 maggio 2024
Bartolomeo Gatti
Personaggio illustre della comunità di Castellarano è Bartolomeo Gatti, nato nel 1615 e morto nel 1681. Si laureò in giurisprudenza nel 1644 e subito evidenziò le sue capacità, tanto da attirare l’attenzione del duca Francesco I di Modena che lo volle prima consultore della Real Camera ed in seguito Consigliere di Giustizia e quindi Consigliere Segreto del Duca.
Un uomo di elevata capacità, proseguì la sua carriera divenendo Ministro di Stato, e scrivendo molte opere, tra cui la più famosa “Consiglia, testimonia la sua perizia nella professione legale“. A Bartolomeo Gatti è dedicata la Ratta che da Piazzale Cairoli conduce al borgo antico.
Bartolomeo Gatti
Personaggio illustre della comunità di Castellarano è Bartolomeo Gatti, nato nel 1615 e morto nel 1681. Si laureò in giurisprudenza nel 1644 e subito evidenziò le sue capacità, tanto da attirare l’attenzione del duca Francesco I di Modena che lo volle prima consultore della Real Camera ed in seguito Consigliere di Giustizia e quindi Consigliere Segreto del Duca.
Un uomo di elevata capacità, proseguì la sua carriera divenendo Ministro di Stato, e scrivendo molte opere, tra cui la più famosa “Consiglia, testimonia la sua perizia nella professione legale“. A Bartolomeo Gatti è dedicata la Ratta che da Piazzale Cairoli conduce al borgo antico.
Domenico Toschi
Domenico Toschi è indubbiamente il cittadino più illustre di Castellarano, dove nacque l’11 giugno del 1535 dal notaio Giovanni Battista Toschi e da Onesta Bardiani.
Egli visse nel paese natale fino all’adolescenza, poi se ne allontanò per proseguire gli studi prima a Reggio e in seguito a Pavia, dove si laureò in Diritto civile e canonico.
Come giurista di valore internazionale ebbe grande stima dai suoi contemporanei, fu al servizio di famiglie nobili, vescovi e cardinali che lo avviarono alla carriera ecclesiastica, ed ebbe ben presto accesso in Vaticano. Nel 1592, Papa Clemente VIII, che lo aveva definito il giurista “ migliore del suo tempo” lo creò auditore nel Collegio dei Procuratori della Sacra Rota, nel 1595 lo nominò Vescovo di Tivoli e pochi mesi dopo Governatore di Roma; infine nel 1599 divenne Principe della chiesa come Cardinale di San Pietro in Montorio. La stima che il Papa Clemente VIII riponeva nel Toschi, definendolo “ il migliore del suo tempo”, era motivata dai meriti intellettuali di questo espertissimo giurista, meriti che gli procurarono un tale credito da renderlo candidato al soglio pontificio per ben due conclavi (marzo 1605 dopo la morte di Clemente VIII, maggio 1605 dopo la morte di Leone XI papa per soli 26 giorni). Sempre nel 1605 furono edite a Roma e dedicate al nuovo pontefice Paolo V le “PRATICARUM CONCLUSIONUM IURIS” un’opera poderosa, che aveva richiesto anni di impegno, in cui il cardinale Domenico Toschi tratta le più importanti questioni giuridiche appartenenti al diritto civile e canonico.
Gli otto grandi volumi rappresentarono per tutto il secolo XVII il repertorio giuridico per antonomasia per la legalità del tempo e furono stampati in varie città europee negli anni successivi.
Presso l’Archivio del Comune di Castellarano sono conservati gli otto volumi originali dell’opera.
Pur dedito ad una carriera così intensa, il Cardinale Toschi non dimenticò mai il suo paese, al quale rimase legato non solo per gli affetti familiari, ma come sua patria. Si dimostrò molto generoso nei confronti di Castellarano, impegnandosi a favore di questa comunità per cui finanziò diverse opere, lasciò beni patrimoniali, un lascito con cui provvedere alla dote per la ragazze povere da marito e contribuì alla crescita del paese impegnandosi per la fondazione del Monte di Pietà, al fine di evitare la pratica dell’usura.
Morì all’età di 84 anni, il 26 marzo del 1620 e fu sepolto nella chiesa di San Pietro in Montorio a Roma. Nella cappella della cattedrale di Reggio (ove voleva essere sepolto, nel caso fosse morto in questa città) rimase soltanto il suo busto in marmo e l’iscrizione funebre che egli aveva dettato nel 1605. Nella Biblioteca comunale “Chiavelli” è consultabile il libro “ IL CARDINALE DOMENICO TOSCHI Da Castellarano a Roma” che il Comune ha voluto dedicare al suo più insigne cittadino.
Matilde di Canossa
Figlia del Marchese Bonifacio di Canossa e imparentata con le più grandi famiglie dell’Europa feudale, ebbe la signoria su vastissimi domini dell’Italia centrale e settentrionale, dal Sensese al Bresciano, dall’Adriatico al Tirreno. Ebbe parte importantissima nelle vicende politiche dell’epoca, imperniate sull’implacabile lotta fra il papato e l’imperatore Enrico IV. Seguace del Papa, nel suo castello di Canossa avvenne, nel 1077, il famoso incontro fra l’imperatore Enrico IV e il Papa Gregorio VII. L’imperatore nonostante il decreto contro le investiture del Papa, non aveva cessato di istituire vescovi in Germania e in Italia ed aveva dichiarato deposto il Papa, che, in risposta lo aveva fatto scomunicare. La scomunica ebbe per Enrico IV gravi conseguenze, per cui decise di andare a Canossa, dove era ospite di Matilde. Papa Gregorio VII per implorare l’assoluzione dalla scomunica.
Successivamente Enrico IV tolse quasi tutta la Toscana e parecchie importanti località dell’Emilia a Matilde, che riuscì però a riavere col trattato di Worms.
Fu senza dubbio donna di eminenti qualità che compì le gesta più grandi sotto la guida di uomini importanti come Gregorio VII, Anselmo di Lucca, Anselmo d’Aosta e Bernardo degli Uberti. I suoi meriti furono poi ingigantiti da leggende che trassero origine soprattutto dalla sua attività di benefattrice.